Dietrofront del M5S: Tap si farà. Moavero Milanesi: «Coinvolgeremo le comunità locali»

Foto: Terre di frontiera
Il ministro degli Esteri conferma gli impegni dell’Italia: Tap «è un’opera estremamente importante per diversificare la dipendenza dai fornitori». Il M5S costretto a fare dietrofront sul progetto.
La conferma è arrivata negli scorsi giorni: Tap si farà. A nulla è servita l’opposizione del Movimento 5 Stelle, che aveva fatto propria la battaglia delle comunità locali contro il gasdotto che porterà il gas azero in Italia e in Europa.
A garantirlo è il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: la Tap «è un’opera estremamente importante» e l’Italia «conferma gli impegni sul gasdotto, compatibilmente, com’è chiaro, con i vincoli ambientali», ha dichiarato ai giornalisti azeri. Per il nostro Paese, ha proseguito, Tap «rappresenta un modo per diversificare la dipendenza dai fornitori. Per il Governo l’opera è importante anche perché il gas è più pulito di petrolio e carbone. Quindi la partecipazione italiana al progetto viene mantenuta». A pesare sulla scelta del governo anche i costi che annullare il progetto – completato al 72% al di fuori del territorio italiano – comporterebbe per il nostro Paese, stimati in circa 8 miliardi di euro.
Il titolare della Farnesina ha comunque garantito che l’esecutivo si farà carico delle «preoccupazioni della popolazione locale circa l’impatto ambientale dell’opera» e che instaurerà «un dialogo trasparente e non di facciata. Con maggiore trasparenza e venendo incontro alle preoccupazioni della gente credo si possa arrivare a un risultato».
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Dura la reazione del movimento No Tap e degli amministratori locali, che avevano confidato nel cambio di passo promesso dal M5S sull’opera. Al centro delle contestazioni è stata soprattutto la ministra del Sud Barbara Lezzi, salentina, che negli ultimi anni si è fatta portavoce delle istanze locali contro il gasdotto.
A schierarsi contro l’opera è stato tutto il Movimento 5 Stelle. Di Battista aveva assicurato che «con il Movimento 5 Stelle al governo quest’opera si chiude, non si fa più. Questo progetto lo blocchiamo in due settimane». Più recentemente Di Maio aveva espresso la propria contrarietà al progetto, considerato inutile e dannoso per il paesaggio. «Ancora una volta – aveva dichiarato – non ci troviamo a spendere soldi per fare opere ma a fare opere per spendere soldi. Se questo poi deturpa il paesaggio, noi non siamo d’accordo».
Il Trans Adriatic Pipeline è un gasdotto lungo 870km che – si stima – porterà tra i 10 e i 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno dall’Azerbaigian in Europa, passando per l’Albania e l’Italia. Il punto di approdo è previsto in Puglia, a Melendugno. Da lì si dispiegherà un condotto Snam che attraverserà tutta la costa adriatica e arriverà nel cuore dell’Europa. Il gasdotto è stato finanziato con l’aiuto della Banca Europea per gli investimenti e riconosciuto come Progetto di interesse strategico comune, nell’ottica di svincolare l’Unione dalla Russia per l’approvvigionamento di gas.
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